Come dare una seconda chance
di Giacomo BrunoE’ un dato di fatto: viviamo in una società narcisistica che non tollera smagliature e difetti, dove si è persa la capacità di accomodare, di riparare, di aggiustare le cose. Tutto dev’essere nuovo al punto di accordare le proprie preferenze solo a oggetti intatti e scintillanti. Ma questa capacità andrebbe recuperata e incoraggiata, soprattutto nell’ambito dei rapporti di amicizia.
Il rammendo è un’arte antica e saggia, tanto che il suo alto valore simbolico risale alla mitologia greca. Le tre Moire, divinità artefici del destino degli uomini, erano sarte che con ago, filo e forbici tessevano le sorti della vita. Un mito che è stato ripreso anche nelle fiabe moderne, come La Bella Addormentata nel bosco, dove la felicità della principessa dipende dalle bacchette magiche di tre fate tessitrici, e nell’Ago da rammendo di Hans Christian Andersen.
Buttare via i ricordi, anche se spiacevoli, e allontanare un amico che ci ha fatto del male, non aiuta a riscattare i sentimenti feriti. Ripararli con cura, invece, consente di “fare ammenda” degli sbagli commessi e di perdonarsi certe fragilità. Il primo passo da compiere per guarire, in questi casi, è fare indietreggiare il nostro rancore, senza giudicare gli altri dal dolore che ci provocano, ma dalla loro abilità di riparare gli strappi.