3 Segreti per una presentazione convincente
Quando si presenta qualcuno o qualcosa lo si fa per convincere la gente della sua importanza, della sua bravura o della sua utilità. Lo si fa comunque per imprimere nella mente di chi assiste un ricordo duraturo. Ciò si verifica sia nel caso di presentazioni di cose positive, come ad esempio soluzioni innovative ad un problema, sia nel caso di cose negative, come nel caso di un rischio latente o di un pericolo. E’ qui che, fatalmente, tende a nascere l’errore di chi è preposto a realizzare una presentazione persuasiva. La prima idea che viene è quella di fornire il maggior numero di informazioni possibili sull’oggetto della presentazione in modo tale da aumentare il grado di conoscenza dell’argomento trattato. Conoscenza, appunto, non persuasione.
Troppo spesso si assiste a presentazioni che altro non sono altro se non lezioni allungate nella logica dello sviluppo degli argomenti, dell’approfondimento analitico. Esposizioni complete, ma non convincenti: noiose. Chiunque abbia ascoltato una lezione sui pericoli della velocità sulle strade ha compreso la portata del problema, ma non si è mai convinto tanto del rischio da esso derivante come quando ha assistito ad una prova di crash-test.
Il primo dei tre segreti è proprio questo: con le parole si forniscono informazioni, ma con i fatti si convincono le persone. Dopo aver fornito le informazioni necessarie alla comprensione di un fenomeno, dimostrare significa porre in evidenza in modo logico attraverso una prova convincente; rendere evidente mediante prove.
Il secondo segreto è quello di saper trovare esempi giusti. Attraverso l’impiego di esempi si allarga l’orizzonte della presentazione e si illustra l’universalità del fenomeno di cui si sta parlando, riscontrandone la presenza anche in settori non sospetti. L’esempio svolge una funzione benefica che si ripercuote sulla salute o sull’equilibrio psichico di chi ascolta. Infatti contribuisce ad alleviare il senso di colpa e di vergogna nella mente di coloro che si sentono scoperti in una loro esigenza o in un loro problema.
Infine, il terzo segreto è quello di riepilogare il discorso riassumendo i pochi princìpi che lo rendono valido, necessario ed importante. Riepilogare significa verificare la realtà dei fatti, accertare la regolarità degli strumenti e controllare l’esattezza dei dati. Insomma, riepilogare significa permettere a chi ascolta di fissare nella memoria i pilastri su cui si fonda l’intero ragionamento. Provare per credere! Scegliete un fenomeno da raccontare e provate ad esporlo, utilizzando un massimo di 12 frasi, secondo questa struttura: COSA succede, COME accade, DOVE avviene e PERCHÉ. Sarete senza dubbio più convincenti che nel passato e, in ogni caso, il vostro discorso risulterà molto più interessante.
L’unica raccomandazione è relativa alla sintesi. Non farsi prendere la mano dal filo del ragionamento e, soprattutto, non innamorarsi troppo della propria voce. A dispetto del loro nome, i princìpi si dicono alla fine, ma occorre arrivarci in fretta se non si vuole annoiare la gente. La sintesi ha le stesse caratteristiche dei principali elementi della natura: è solida come la terra, trasparente come l’acqua, asciutta come il fuoco, ma soprattutto leggera e veloce come l’aria.
A cura di Roberto Saffirio
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