Come imparare il pensiero creativo
Ogni volta che provavo piacere nell’ascoltare musica, nell’osservare un bel quadro o un film meraviglioso, allo stesso tempo provavo una profonda sensazione di incapacità, di limite, nel credere che non avrei mai saputo fare altrettanto. Poi ho scoperto un metodo eccezionale che con gli anni ho migliorato, affinato e perfezionato ed ho scoperto che dentro di me c’era già tutto per creare, inventare e manifestare emozioni che coinvolgessero gli altri e li emozionassero.
Questa esercitazione è stata pensata per farti conoscere il modo di sentire di un’artista, quel particolare uso delle sensazioni che ti permetterà di sperimentare la creatività, la precisione, la capacità di inventare brani, segni, forme e di disegnare, scrivere o suonare un brano musicale con chiarezza. Questo particolare modo è il veicolo per imparare ad esprimere ciò in cui credi, i tuoi sentimenti, quella speciale emozione che provi quando ascolti un brano, leggi un testo, osservi un opera d’arte e credi che solo gli altri siano in grado di creare. Comprenderai come siano soltanto i tuoi limiti a non permetterti di osare, di sperimentare, di inventare e come questi limiti siano auto-imposti.
Quello che cerco di dire è che noi sbagliamo perché sappiamo che c’è l’errore. Noi non siamo capaci di esprimere ciò che crediamo perché siamo convinti di non essere capaci o perché abbiamo un qualche timore: nessuno di noi sbaglia ad inserire la chiave nella serratura. Quasi mai, ma se qualcuno ti dicesse che se tu sbagliassi a inserire la chiave nella serratura tutto il palazzo salterebbe in aria, come affronteresti questo semplice gesto? Probabilmente non riusciresti a inserire la chiave con disinvoltura o addirittura rinunceresti. Ecco, questo è il principio che impedisce di esprimere ciò che si desidera: non è la paura di un esplosione ma un timore legato al giudizio, al rifiuto, al ridicolo, al fallimento.
Questi esercizi oltre a consentirti di sincronizzare il gesto con il pensiero (questa parte naturalmente riguarda molto più le attività creative legate alla manualità) ti permetteranno di riconoscere, accedere, e utilizzare al meglio, i quattro stati percettivi di base. Non siamo stati educati a questo ed è piuttosto nuovo per molti; ma gli artisti, i creativi, i musicisti usano costantemente queste differenziazioni per modulare le loro realizzazioni. Alterare il modo di percepire una cosa ne trasforma sostanzialmente il significato.
Le persone normali hanno un solo modo di percepire e lo usano per osservare la natura, per fare l’amore, per gustare un buon piatto, per ascoltare una musica, come se un’orchestra suonasse tutta la sinfonia con uno strumento solo. Sono i tipi umani definiti freddi, quelli senza poesia, quelli che non conoscono nessuna forma espressiva che non sia la loro parola. Ma l’atto creativo, la genialità, si nutre di alterazioni di senso, di spostamento di fuoco percettivo, di paradossi, di ossimori, di sinestesie. La sinestesia, l’unione di sfere sensoriali diverse, è la madre di ogni invenzione ma naturalmente è eccezionalmente lontana dal senso comune, dal buon senso. Si è inventato l’aereo per sinestesia, osservando il volo degli uccelli; si è inventata la lampadina elettrica per sinestesia, osservando le lucciole; si è inventato il radar per sinestesia, studiando il sistema dei pipistrelli.
Ognuna di queste, e di altre migliaia di invenzioni, è stata osteggiata, derisa, umiliata, perché lontana dal buon senso. Quello che vogliamo fare è ampliare l’utilizzo degli strumenti della nostra percezione. Segui tutte le fasi dell’esercizio e dedica ad ogni singola fase qualche minuto: all’inizio forse ti sembrerà ridicolo ma ti assicuro che con un po’ di pratica, estesa ad altri fenomeni come la NEVE, il VENTO, la FOLLIA ecc. le tue possibilità espressive ed emotive saranno davvero enormi
1 – Immagina una mela visualizzando solo il suo nome M-E-L-A: Noi possiamo pensare a una mela “vedendo” il suo nome scritto da qualche parte. Questo è il modo percettivo LINGUISTICO, proprio di alcune persone che non riescono ad “immaginare” le cose che pensano, che non riescono a visualizzare. Negli anni della scuola erano quelli che imparavano tutto a memoria. Per essi tutto è linguaggio.
2 – ora invece pensa ad una immaginane precisa della mela: possiamo pensare ad una mela “visualizzandola” nella nostra mente. L’uso delle immagini mentali è il più differenziato perché può contenere infinite variabili come la distanza, il colore, la grandezza, la luce, il contesto sonoro e spaziale. Cioè tu puoi pensare ad una mela immaginandola vicina, di un determinato colore, su di un tavolo ecc. ecc.
3 – ora pensa alla stessa immagine di prima ed associa ad essa profumi, colori, sapori: possiamo pensare ad una mela “vivendola”, sentendola emotivamente e sensorialmente, ascoltandone il profumo, mordendola, accarezzando la sua superficie, coinvolgendo cioè tutti e cinque i sensi e le sensazioni associate.
4 – adesso immagina di trasformarti nella sostanza della Mela, immagina di diventare grande quanto quel frutto ed entrare dentro di esso: possiamo “essere” quella mela, come se fossimo dentro di essa, come se fossimo fatti della sua sostanza, come se fossimo talmente piccoli da essere dentro di essa e sentire sul nostro corpo quella temperatura, quella consistenza, quella acquosità. Questo è lo stato che genera l’opera d’arte, che genera la musica, che fa vibrare un testo: si può partecipare di una mela, di un temporale, dell’infinito, di un profumo.
La creatività è refrattaria solo al primo stato. In esso non c’è speranza per qualsiasi manifestazione creativa. Il vero nemico della musica, dell’artigianato, del disegno, della chimica, e paradossalmente della poesia, è il linguaggio. Quando si attivano i centri del linguaggio, situati prevalentemente nell’emisfero sinistro del cervello, si disattivano tutte le funzioni intuitive, empatiche, geniali, che sono il fondamento della creatività.
L’ultimo stato è, comprensibilmente, il terreno più fertile per qualsivoglia invenzione. Huxley, in un suo famoso testo, Le porte della percezione, tratta questo argomento con inarrivabile chiarezza. Per comprendere di cosa si tratti ci è utile ripensare alle vibrazioni che un corpo vive quando sta per toccare un altro corpo, quando l’eros non è ancora pienamente coinvolto: si annulla la percezione del tempo, si dilata a dismisura il presente, si annullano le distanze e, tutto l’universo, tutto l’esistente è qui, adesso, in una dimensione perfetta e non c’è assolutamente posto per i concetti, i giudizi, le norme, i pensieri. È la dimensione dell’unione, della comunione della fusione degli opposti. Molti scienziati, inventori, creativi amano raccontare della straordinaria unione con l’oggetto delle loro ricerche, come se “fossero una cosa sola”. È il sym-ballein, lo spazio del simbolo che ha in sé Senso-Significato-Segno ed è opposto al dya-ballein, il diavolo che è invece divisione, separazione. Quando si percepiscono gli oggetti, i problemi, le situazioni, i sentimenti, con questa modalità così partecipata, se ne coglie l’essenza, il senso nascosto, l’anima.
a cura di Marco Orlandi
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