Sport Coach: allenare la tua mente funziona!
Ciao ragazzi, lo Sport Coaching è il coaching applicato allo sport. In Coach 360 ti insegnerò molti esercizi per migliorare le prestazioni sportive attraverso la PNL e le tecniche di coaching; la cosa interessante è che potrai usare queste stesse strategie per migliorare, in generale, i tuoi comportamenti.
Molti esperimenti effettuati su sportivi, sia in America che in Europa, hanno dimostrato l’efficacia dell’allenamento mentale.
Questa pratica è stata utilizzata, ad esempio, da diversi sportivi che hanno partecipato alle Olimpiadi, i quali hanno dichiarato di fare un largo uso delle tecniche di coaching sportivo.
Il coaching sportivo è fondamentale per migliorare le proprie prestazioni, ottimizzarle e portarle ai massimi livelli. Tutto ciò si può fare tramite la PNL che, come sapete, studia e modella le più grandi personalità, dai grandi comunicatori ai grandi leader, compresi, ovviamente, i grandi sportivi.
In questo settore il coaching è molto avanti, pensate che in America da più di dieci anni la maggior parte degli sportivi si avvale di tecniche di allenamento mentale.
Il coaching sportivo nasce nel tennis, grazie anche a un libro scritto da W. Timothy Gallwey che si intitola The Inner Game of Tennis, ovvero il gioco interiore del tennis.
L’autore spiega come ogni competizione si componga di due parti, una interna e una esterna, e di quanto la componente interna, quindi interiore, mentale, sia importante e influenzi la prestazione sportiva. L’allenamento mentale, infatti, è ciò che fa la differenza tra un grande campione e altri atleti che usano solo l’allenamento fisico o tecnico.
Anche Andre Agassi, numero uno al mondo nel tennis, si è rivolto ad un coach per risollevarsi da un periodo buio che lo aveva portato a precipitare in classifica: Anthony Robbins, il numero uno della formazione mondiale in campo di motivazione e di coaching
Sai cosa ha fatto Robbins? Ha fatto fare ad Agassi un’operazione di auto-modellamento, cioè ha preso in esame i video delle partite vinte da Agassi e gli ha fatto notare cosa faceva, come entrava in campo, che occhi, che faccia, che espressione, che postura, che fisiologia aveva.
Nelle partite conclusesi con la vittoria, infatti, entrava in campo sicuro di sé, completamente dritto, aperto, forte, con lo sguardo sicuro. Aveva “l’occhio della tigre”, tipo quello di cui si parla nel film Rocky quando, dopo giorni di durissimo allenamento con il suo maestro, il protagonista ritrova tutta la sua concentrazione e sale sul ring ignorando gli sguardi, i commenti, i fischi del pubblico.
Allo stesso modo Andre Agassi entrava concentratissimo, mettendo in atto una sorta di rituale; ad esempio faceva rimbalzare la pallina un certo numero di volte, creando quello che in PNL definiamo un ancoraggio, cioè un gesto che gli permetteva di richiamare uno stato di concentrazione assoluta.
Anthony Robbins ha estratto queste strategie dal comportamento stesso di Agassi e le ha spiegate all’atleta rendendolo consapevole della sua bravura, della sua efficacia. Agassi le ha di nuovo messe in pratica, stavolta consapevolmente, ed è tornato ad essere il campione di sempre.
Secondo voi qual è il ruolo della motivazione nello sport?
Rispondete nei commenti!
A cura di Giacomo Bruno
Autore di Coach 360