Come riscoprire la natura femminile
“Le donne in carriera, le donne in politica, in diplomazia, ma anche le semplici impiegate di banca, le trovo tutte aggressive e di modi sgradevoli. Non sopporto più i loro comportamenti arroganti, la mancanza di rispetto. Mi sembra che le donne italiane abbiano perso femminilità. Sono diventate dei maschiacci”.
A pronunciare queste parole rilasciate durante un’intervista al settimanale “A” è Lila Castellaneta, moglie dell’ambasciatore Gianni Castellaneta, nata a Teheran e arrivata in Italia dopo l’arrivo di Komheini.
È molto più facile per una straniera cogliere vizi e virtù del Bel Paese che la ospita ormai da anni. È una donna di classe che, con molta eleganza, non maschera il sincero rammarico per la perdita di femminilità, educazione e bon ton che nota attorno a sé.
E se si pensa che frequenta salotti buoni e ambasciate, si può constatare dove siamo arrivate senza forse rendercene conto.
Ovviamente il suo punto di vista si può ridimensionare tenendo conto del ruolo che riveste, ma se vi capita di guardare a tarda notte qualche vecchio programma televisivo e lo confrontate con un qualsiasi attuale programma politico o di intrattenimento, vi renderete subito conto di quanto siano aumentati i toni, il volume e gli improperi.
E non sto parlando di Sgarbi o Platinette che sui loro isterismi hanno costruito “personaggi” di successo, ma delle “sciure” del pubblico pomeridiano e delle donne impegnate in politica che talvolta lasciano negli armadi i rigorosi tailleurs maschili e, vestite e truccate da vere vamp, eccedono nei toni e nelle maniere.
Conquistare posti di potere e visibilità è costato sicuramente molto e dalle piazze dove si rivendicavano diritti sacrosanti si è portata l’aggressività in qualsiasi ambiente come se fosse un passepartout per ottenere ascolto e rispetto.
Ma la vera forza della donna non è quella di ostentare e starnazzare perché, come prosegue la signora Lila: “Purtroppo le donne hanno rinunciato al loro charme: hanno imboccato la strada della competizione con l’uomo. Per la smania di sentirsi alla pari si sono inasprite.
Non hanno più grazia. La loro femminilità è svanita. Una perdita enorme, perché la donna con la sua dolcezza, con un gesto, uno sguardo, un linguaggio sereno può risolvere tanti problemi, può allentate tante tensioni. Tutto questo è stato buttato all’aria”.
La signora dell’Ambasciata consiglia addirittura una scuola di buone maniere, sull’arte di vivere e di comportarsi in società.
Non è necessario insegnare alle bambine l’uncinetto e il punto croce e neppure avere nella libreria “L’enciclopedia della donna”, basterebbe riconoscere e non rinnegare la propria natura femminile unita ad una sana e moderna educazione del rispetto e nel rispetto.
Occupare posti di potere e prestigio e integrare le qualità maschili di forza e coraggio non significa urlare e offendere: si può usare la “grazia” anche per comandare.
A cura di Stefania Carnevali
Autrice di Piacersi per Piacere