Bizzarrie quantistiche: divisone di particelle
Salve a tutti! Dopo qualche tempo d’assenza, torno con un altro articolo..
Voglio presentavi un altro esperimento molto significativo per lo sviluppo della psicologia quantistica..
Nel 1997 si è effettuato un esperimento che secondo le leggi fisiche, non sarebbe potuto accadere. Fu pubblicato diffusamente tra riviste scientifiche e non, in 40 diversi paesi del mondo. L’esperimento fu effettuato a Ginevra, in Svizzera, ed è incentrato sulle componenti della materia, oggetto dell’esperimento i fotoni, particella elementare che compone la luce.
In breve, l’esperimento consisteva nel suddividere un fotone in due metà identiche e con le stesse caratteristiche, e osservarne i movimenti dei singoli semifotoni. Ebbene, creata una struttura apposita per questo tipo di esperimento, i due semifotoni vennero isolati e sperimentati singolarmente.
Collocati su diverse “piste” di fibra ottica molto distanti tra loro, i due vennero sparati in direzioni opposte. Alla fine del percorso, per entrambe, venne imposta una “scelta” arbitraria: la pista si divideva in due, in modo da poter osservare quale delle due alternative sarebbe stata “scelta”, se si fosse trattato di caso o quantomeno studiarne i comportamenti.
Si verificò un evento assolutamente inaspettato: i due mezzi fotoni si comportavano esattamente allo stesso modo. Quando uno girava da una parte, l’altro faceva la stessa scelta… e questo succedeva ogni volta che si ripeteva l’esperimento! La meta dei due percorsi era distante l’una dall’altra circa 22 km!
Com’è possibile che i due si comportassero allo stesso modo?
Che cosa li teneva legati?
Potevano comunicare tra loro?
Potevano trasmettersi informazioni?
Per poter comunicare tra loro, viaggiando loro stessi alla velocità della luce, la trasmissione doveva avvenire ad una velocità maggiore di quella della luce, cosa che la legge di Einstein ritiene impossibile.
L’unica alternativa era che i due non comunicassero in effetti, ma si comportassero allo stesso modo perché potevano rimanere in contatto: in breve, i due si comportavano come se non si fossero mai divisi, come se fossero ancora uniti!
Il loro comportamento simultaneo indicava di fatto che il comportamento delle due metà non era diverso dal comportamento che avrebbero avuto se fossero state ancora unite: sollecitando una ad avere un comportamento particolare, l’altra, anche se non soggetta alle stesse influenze, si comportava egualmente.
Quest’esperimento è anch’esso tra i più controbattuti della storia della fisica: se esistesse una comunicazione tra le due, significherebbe che la comunicazione avverrebbe ad una velocità più alta di quella della luce, cosa che pare impossibile. Deve esistere allora un interconnessione tra le due che le mantiene ancora unite nonostante la loro divisione.
…..e se non si fossero mai divise in realtà?
Quest’effetto viene chiamato “etanglement quantistico”.
Rimane quindi un fatto che un fotone diviso in due si comporti comunque come un intero, la divisione fisica non cambia assolutamente il comportamento della particella. E’ come se la stessa fosse ancora unita ad un livello di realtà più profondo di quanto ci è possibile concepire, come se i due semifotoni fossero una proiezione, proprio come quella di una pellicola. Possiamo dividere in due il telo su cui si proietta la pellicola, ma la pellicola rimane intera.
Allora com’è spiegabile di fatto un evento che non è soggetto a leggi?
Si ripresenta nuovamente allora il concetto di bizzarrie quantistiche! Ma questa volta una novità in più: gli scienziati sono stati in grado di verificare che lo stesso effetto si ha su pianeti o galassie, indipendente dalle loro dimensioni. In breve, questo esperimento a noi serve per capire che la visione convenzionale della vita, della realtà, ci porta a negare la possibilità che i due fotoni possano essere collegate o comunicanti, eppure la cosa è reale!
A Cura di Luca Clun,
Autore di “La Fisica della Mente”