Cause ed effetto della crisi economica (Parte 2)
La banca più esposta è risultata essere la Lheman and Brothers che con il suo fallimento si è tirata dietro anche numerose piccole banche che si appoggiavano (in tutto il mondo) ad essa per i prodotti finanziari. Inizialmente la L&B come anche tutte le altre hanno pignorato le varie case dei malcapitati rientrando anche se parzialmente dei capitali prestati, ma per fare ciò le istituzioni bancarie hanno immesso nel mercato numerosi immobili facendo ribaltare di fatto il rapporto domanda/offerta creando quindi una svalutazione del mattone che ha perso negli ultimi 2 anni in USA il 30% del valore.
Questo effetto si può notare anche nel nostro paese, dove molta gente si è trovata a pagare rate del mutuo molto più elevata di quelle che hanno pagato al primo anno. Si sono creati una serie di prestiti che da “incagliati” (nome che nel settore bancario viene dato ai prestiti dati a persone o aziende che non offrono garanzie del tutto sicure) sono diventati “in sofferenza” (in buona sostanza il fruitore ha cominciato a saltare i pagamenti).
Anche in Italia sono state pignorate un sacco di case e messe all’asta, ma al momento non si è visto il ribaltamento del rapporto fra domanda ed offerta (c’è stato un calo del valore del mattone fra il 5 ed il 10% e non in tutto il territorio), tuttavia se non si scendono i tassi di interesse in modo consistente e se noi italiani non cambiamo la mentalità sugli investimenti, quello che è successo in USA, in futuro non molto lontano accadrà anche da noi.
In Islanda questo fenomeno si è visto in modo amplificato. Infatti la bolla speculativa sul mattone ha fatto sì che si sono creati immobili per oltre il doppio di quelli che serve alla gente per abitarci. Pensate che nella capitale, che conta circa 180 mila abitanti ci sono case ed appartamenti per almeno 500 mila abitanti in una città che di certo non è Londra, New York o Tokio che possono contare su uno sviluppo industriale imponente.
Ricordo che l’Islanda è un paese che in pratica non ha industria, non ha giacimenti petroliferi o minerari, non è fertile ed è pure un’isola piuttosto lontana per via delle distanze rispetto alla terra ferma. Non sono quindi previste aumenti decisi del numero di abitanti che vivranno qui in futuro. Lo scoppio della bolla speculativa (a cui si aggiungono altri fenomeni che vedremo più avanti) ha fatto sì che le case attualmente non sono neanche più valutabili economicamente. Non è facile dire ad una persona che ha speso una fortuna per acquistare la casa tre o quattro mesi fa, che adesso vale 4 o 5 volte meno quindi momentaneamente nessuno sta vendendo se non costretti.
Ricordiamo che quando scoppia una bolla speculativa (in qualsiasi settore), fa tanto più il botto quando più grossa è diventata.
L’aumento delle rate dei mutui ha anche eroso completamente il reddito di chi ha stipulato i mutui stessi e di conseguenza queste persone non hanno più avuto un reddito sufficiente a comprare altro ed hanno creato una riduzione dei consumi sempre più marcata.
Quest’ultimo fallimento della L&B e con essi la perdita di tutti i risparmi della gente che tramite loro avevano risparmi investiti, perdendoli, contribuiranno a far ridurre ancor maggiormente la contrazione dei consumi. In previsione di ciò e della sicura riduzione dei dividendi aziendali, tutti gli investitori hanno disinvestito e questo fatto ha creato il crollo delle borse che nei 12 mesi precedenti invece scendevano in modo blando ma continuo.
A Cura di Patrizio Messina,
Autore di “Autoconsulenza Finanziaria“