Che fine ha fatto il lavoro?
“La vera libertà individuale non può esistere senza sicurezza economica ed indipendenza.
La gente affamata e senza lavoro è la pasta di cui sono fatte le dittature.”
Franklin Delano Roosevelt
Che fine ha fatto il lavoro? Soprattutto, che cosa è il lavoro?
La risposta potrebbe essere del tutto ovvia: “il lavoro è un’attività orientata alla produzione di beni o servizi commercializzati tramite un controvalore economico: il denaro”.
Ma, che fine ha fatto il lavoro? Il titolo esprime un interrogativo al quale è difficile dare una sola risposta. Che si stia assistendo ad un periodo critico e che le soluzioni siano scarse e complicate, al problema dell’occupazione, non è una novità. È comunque chiaro che, per risolvere questa carenza di posti di lavoro, non possiamo fare affidamento solo ed unicamente sulle istituzioni, come non è consigliabile aspettare che il mondo imprenditoriale vari una serie di iniziative a favore dell’occupazione.
Per superare questa difficile situazione occorrerà tempo. Tempo per riformulare, in gran parte, la struttura primaria del mondo del lavoro. I risultati non saranno visibili che tra qualche decennio, quando si saranno assestati nel contesto sociale. E nel frattempo? Che fare? La qualità di vita delle persone richiede di vedere assicurati i cosiddetti “bisogni primari”, in molti casi, disattesi per l’aggravarsi della posizione economica delle famiglie.
Indispensabile, allora, divenire “intraprendenti”. Molto spesso, nei trattati di economia, si legge che , durante i periodi di crisi, la creatività delle persone si risveglia. La mente, cioè, stimolata dalla necessità, si mette a caccia di soluzioni per risolvere il problema della contingenza economica.
Molte delle grandi aziende di oggi sono nate dalle grandi crisi del dopoguerra. Nel nostro piccolo possiamo diventare tutti intraprendenti. Sia che la nostra situazione personale risulti critica, sia che tutto vada bene nel nostro ambiente di lavoro, abbiamo il dovere verso noi stessi di diversificare l’origine delle entrate che vogliamo ricevere.
Occupandoci di più cose, compatibilmente con le energie a disposizione (ma si può sempre cambiare, in corso d’opera), costruiremo una base economica più stabile, se avremo a disposizione più flussi di denaro provenienti da attività diverse. Se una di queste si trovasse a flettere e perdere incassi, avremo sempre le altre che bilanceranno il flusso di entrata di liquidità. L’ebook “Information Broker“, parla di come costruire da zero una di queste attività. Costruire da zero non significa “improvvisare”.
Piuttosto, l’ebook Information Broker, spiega quali strategie adottare per presentarsi alle aziende e sviluppare incarichi di consulenza e servizi, sfruttando al massimo il web. Un percorso mirato, accompagna il lettore attraverso l’individuazione del settore che si vuole sviluppare e, con indicazioni, suggerimenti e strategie dedicati, traccia una mappa operativa per incrementare il portfolio clienti, imparando anche a fidelizzarli.
Una semplice lettura a favore dello sviluppo creativo dell’attitudine imprenditoriale di ciascuno di noi. Buon Lavoro!
A cura di Vitiana Paola Montana