Come attuare la trasformazione personale
Come studente e appassionato di Filosofia, uno dei miei compiti fondamentali è stato quello di utilizzare le lezioni e gli esami universitari per generare un ponte tra il dominio del sapere e quello dell’essere. La trasformazione personale, dal mio punto di vista, non può che accadere integrando questi due aspetti della nostra esperienza esistenziale. Per quanto ne ho potuto avere esperienza, nell’ambiente del cosiddetto sviluppo personale (e anche nel campo della ‘PNL’), fin troppo spesso si riducono grandi intuizioni in teorie semplicistiche, e profonde metodologie a qualche mantra ripetuto a memoria.
Forse è per questo che, sentendomi estraneo a questo modo di intendere il percorso della propria vita, ho spesso utilizzato le lezioni di filosofia, come fondamento per approfondire, tramite i grandi pensatori dell’umanità, ciò che avevo imparato a fare praticamente. E mi sono sempre stupito del fatto che le conclusioni dei fondatori delle discipline della ‘trasformazione’, sono spesso identiche o ‘isomorfiche’ a quelle di grandi pensatori del passato. Durante il corso di Logica, scoprii una frase di Kierkegaard che diceva:
“La vita non è un problema da risolvere, ma un mistero di cui avere esperienza”
E’ una frase che ha sempre risuonato in me, che da sempre ha nutrito la mia coscienza. Nel mio ebook parlo di quella che chiamo l’Equazione del Significato, che esprimo in questo modo:
Significato = f (Stato x Dati)
Con questo, voglio semplicemente indicare la profonda idea che il significato che diamo agli eventi non è sempre lo stesso, ma oscilla. Ma c’è di più; esso oscilla in base alla variabile critica dello stato di coscienza in cui si trova un individuo. Nel linguaggio che preferisco, mi piace dire che il significato è una funzione dello stato. In generale, durante la giornata abbiamo accesso diversi stati di coscienza. Ma esiste uno stato di coscienza (o, come preferisco dire, una ontologia personale) ben formato. Uno stato in cui il significato che diamo a un evento è il miglior significato che possiamo dare, in relazione al nostro attuale livello di evoluzione. Questo stato non è qualcosa che dobbiamo raggiungere, piuttosto, è qualcosa cui dobbiamo re-imparare ad accedere.
E l’accesso a questo stato consiste nella comprensione precisa e definita degli elementi che lo compongono, che sono costituiti primariamente da
- Attenzione;
- Configurazione somatica;
- Utilizzo del linguaggio.
Qualsiasi tipo di coaching, counseling, modello terapeutico o esperienziale che si occupa di produrre una trasformazione nella coscienza in un individuo, indipendentemente dalla teoria alla quale si riferisce, non potrà che ottenere uno spostamento in questi tre aspetti. Dunque, comprendendo la struttura di questi tre elementi, cominciamo ad avere un accesso privilegiato alla sorgente…. Alla fonte… dell’esperienza. E quando cominciamo a sperimentare l’esperienza della vita a partire da una certa posizione ontologica, la vita non è più un problema da risolvere… ma un mistero da vivere…
A cura di Maura Ventola
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