Come cambiare il mondo (una persona alla volta)
“Ho ventidue anni, ho raggiunto un buon titolo di studio, possiedo una lussuosa automobile, sicurezza finanziaria, la disponibilità della potenza sessuale e di buon prestigio, maggiore di quanto mi occorra. Adesso devo solo spiegarmi che cosa significhi tutto questo”. Questa è una lettera che uno studente degli Stati Uniti inviò a Viktor Frankl, grandissimo psicologo, ispiratore del lavoro di Stephen Covey. Io ho ventiquattro anni, non ventidue come quel ragazzo, ma capisco molto bene ciò che intendeva in quella lettera. È sotto gli occhi di tutti che il mondo che conosciamo si trova in una fase critica. Ma più d’ogni altra cosa la mia generazione sta soffrendo. E non sa neanche di cosa, precisamente. Io penso che soffra non tanto di un “vuoto di significato”, come disse Frankl, ma di un “vuoto dell’essere”, come disse uno psichiatra esistenzialista, Ronald Laing. Quello che manca è l’esperienza di se stessi. La società, l’educazione e la cultura sono progettate per togliercela.
Se l’avessimo non potremmo esseri “sporchi esseri” che seguono “i loro sporchi giochi”, come disse proprio Laing. Anche la crisi economica non è altro che l’aspetto più superficiale di una crisi più profonda e più grande. La radice ha a che fare con il livello di ‘incoscienza’ in cui l’uomo medio decide, percepisce e pensa. Questa è anche la Promessa che ci fa la PNL: diventare liberi dai “programmi” che ci determinano, darci un manuale di istruzioni del cervello, farci essere più intelligenti, darci più scelte. Eppure, se mi permettete, neanche la PNL è riuscita a soddisfare la sua promessa. È diventata qualcosa di molto diverso da quella degli anni Settanta. Gran parte dello spirito originario si è perso.
“La PNL è atteggiamento”, dice Bandler in Magia in Azione, “caratterizzato dalla formula ‘tutto è possibile’”. Ma questo atteggiamento di esplorazione, di ricerca e di manifestazione del potenziale umano è in gran parte una vuota chiacchiera. Sembra che la PNL abbia perso – e stia perdendo – il suo vigore e la sua forza. Si vede dal fatto che oggi ben pochi sono veri ‘ricercatori’ di questo campo. Quasi nessuno tenta nuove strade. La maggior parte dei formatori sono semplici ‘ripetitori’. Al tempo stesso sono convinto che la PNL abbia ancora un enorme potenziale. Sono convinto che possa farci interpretare in modo molto chiaro la condizione in parte disastrosa della nostra epoca, della vita dell’uomo medio, dell’homo normalis.
Lo penso perché per me è stata una reale risposta, e in pochi anni mi ha permesso di realizzare più di quanto avessi fatto in una vita. Se il mondo della PNL versa in questo stato, allora perché scrivo su un blog come questo? Perché so anche, dalle email e dai commenti ad articoli precedenti, che questo blog è frequentato da pionieri e precursori. Mi piace molto la nozione di “creativi culturali”, coniata dal sociologo americano Paul H. Ray. Lui individuò un ‘cerchio interno’ di individui più consapevoli, più pronti, più audaci, più sensibili, più impegnati a realizzarsi – e nel farlo a cambiare il mondo.
Disse che circa il 25% manifestavano o avevano il potenziale di manifestare queste attitudini. Li chiamò i “creativi culturali”, le uniche persone in grado di fondare una nuova cultura, di valutare l’essenza delle nuove idee e di dire la loro. In definitiva, portando avanti il sapere, “sporcandosi le mani” e soprattutto interagendo tra loro, avrebbero potuto creare una nuova cultura, un nuovo sistema di valori. In definitiva “un mondo che funziona per tutti”. So che molti creativi culturali italiani popolano questo blog, perché sono anch’essi autori, formatori ed esperti; hanno scritto, formano persone e si assumono il triplo delle responsabilità della persona media.
Soprattutto investono del tempo ad aggiornarsi, dedicano del tempo ad espandere il proprio perimetro mentale, incorporando le visioni di altri creativi culturali. Cercano “la differenza che fa la differenza”. Ho dedicato le notti degli ultimi mesi a scrivere un libro, PNL Generativa. Nei ringraziamenti, una parte è dedicata proprio ai creativi culturali, alcuni dei quali sono frequentatori (o ex frequentatori) di questo stesso blog. Gli altri mi auguro di conoscerli al più presto, magari di poter “cambiare il mondo una persona alla volta”, un giorno, assieme a loro.
a cura di Mauro Ventola
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