Come cambiare la propria realtà
Quante volte, scrivendo o conversando, abbiamo usato e usiamo locuzioni come “in realtà”, “realmente”, “realisticamente”? Le usiamo costantemente per sottolineare l’oggettività di uno stato o di una situazione in contrapposizione alla soggettività di un’idea, una tesi, un punto di vista. Abbiamo sempre equiparato ed equipariamo la realtà, interna ed esterna a noi, a qualcosa di oggettivo in assoluto, valido per tutti e per tutte le latitudini.Non abbiamo mai coltivato dubbi sulla realtà.
A scuola abbiamo imparato che c’è una scienza che si occupa di definire la realtà in quanto tale ed è la fisica. La fisica classica, quella di Newton per intenderci, ci dice che la realtà è continua, come l’acqua che scorre da un rubinetto aperto: dopo il giorno succede la notte, poi ancora il giorno, la notte, senza soluzione di continuità. È lineare: sono qui, mi sposto avanti, indietro, a destra, a sinistra, non scompaio da un punto e riappaio in un altro. È prevedibile: se tu che mi leggi, lasci cadere il libro che hai tra le mani, 10 volte su 10 cadrà per terra.
Tuttavia, è proprio questa la realtà? Me lo chiedo perché c’è un’altra fisica, la fisica dei Quanti, che mi offre ben altra idea della realtà. Mi dice che la realtà è discontinua, nient’affatto lineare, anzi procede a salti, e non è neppure prevedibile, anzi è un luogo dove tutto è possibile. Il tutto e il contrario di tutto. Un vero terremoto. Il sisma quantistico ha cancellato di colpo le mie certezze. Ha fatto saltare in aria le sicurezze del mio modello di realtà, costruito con cura certosina in tutti questi anni della mia vita. Ad un certo punto non esisteva più niente d’assoluto cui afferrarmi per non essere spazzato via dal vento della devastazione.
Che cos’è allora la realtà, mi chiedevo. Se non era quella creata da Dio in sei giorni, il settimo era di riposo, e se non era nemmeno quella fittizia creata da nostri sensi, cosa restava di me e degli altri come me? Qual era lo scopo della mia vita? Ero, per dirla con Dante, tra color che sono sospesi, quando mi è capitato tra le mani un film in dvd: “Cosa…bip… sappiamo del mondo?” Averlo visto è stato per me come scalare le montagne che circondano la mia valle isolata e scoprire che oltre di esse si stendeva un mondo sconosciuto e meraviglioso.
Ancora oggi ricordo a memoria le parole di Amit Goswami, uno dei fisici intervistati nel film, che diceva: “Quando pensate alla realtà in termini di cose, rendete la realtà più concreta di quanto sia. Ecco perché ci blocchiamo. Ci blocchiamo nell’uniformità della realtà. Se la realtà è concreta, io sono insignificante, non la posso cambiare, ma se la realtà è una mia possibilità, una possibilità della coscienza, allora mi chiedo: come posso cambiarla?”
In seguito, ho conosciuto lo psicologo Ilio Torre. Grazie a lui e ai suoi seminari, ho scoperto lo straordinario mondo della Quantistica. Ho cominciato a trovare risposte alle domande che mi portavo dietro da tempo e, soprattutto, a dare una direzione precisa al mio lavoro di formatore. L’avere preso coscienza di come il mio personale spicchio di realtà nel quale vivo non è frutto di eventi indipendenti da me, mi ha dato uno scopo preciso: imparare a creare consapevolmente le condizioni idonee per cambiare la mia realtà e liberarmi una volta per tutte di quei sabotaggi emotivi e psicologici che tendono a mantenere l’essere umano ancorato al proprio modello di mediocrità. Volete provarci anche voi?
A cura di Alberto Lori