Come cominciare un viaggio al centro del vostro IO
Vorrei rendervi partecipi di una riflessione che sta alla base della mia personale ricerca che riguarda i processi di apprendimento. Sintetizzo il concetto attraverso una domanda. Che, naturalmente, è una domanda retorica.
Un ebook deve solo trasmettere informazioni di carattere tecnico, regole, strumenti, ponendosi obiettivi pratici e utilitaristici oppure può (o magari deve) fornire indicazioni che aiutino a conoscere meglio se stessi, a coltivare il proprio carattere, a stimolare una tensione positiva verso lo sviluppo di nuove conoscenze, una spinta verso nuovi traguardi, nuove idee, un cambiamento e una trasformazione profonda del proprio Sé?
Quando scrivo qualcosa, un articolo o un ebook, lo confesso, non riesco a vedere il mio lavoro semplicemente come un prodotto, uno dei tanti presenti nella vasta offerta di questo settore. Né riesco a immaginarmi il lettore come cliente, utente o, peggio, consumatore, del servizio che sto offrendo. Tipo servizio “usa e getta”. Mi auguro (e, forse mi illudo) che il mio lavoro possa innescare un processo in grado di trasformare profondamente la persona che decida di affrontare questo percorso, in modo che l’esperienza di apprendimento modifichi anche il suo modo di pensare, di vedere la vita, di rapportarsi con la società.
È pretendere troppo? Qualcuno direbbe di sì, visto che spesso anche un docente o un formatore che pure è a contatto diretto, addirittura quotidiano, con i suoi allievi fa fatica a riuscirvi. Ne sono consapevole. Ma quello che a me interessa soprattutto è trasmettere, attraverso i miei lavori, un concetto fondamentale, cioè far capire la differenza che c’è tra apprendimento e addestramento. Se il lettore riesce a coglierla nella sua vera essenza ha già compiuto un enorme passo avanti ed è pronto ad affrontare con una “carica” nuova l’esperienza che io gli suggerirò attraverso le parole del mio ebook.
Questo è proprio quello che ho cercato di fare con “Apprendimento facile”. Mi rendo conto che quando abbandoniamo la dimensione pratica e concreta cui ci hanno abituato certi manuali e passiamo a una dimensione, per così dire, superiore che non riguarda solo cose reali da fare, regole da memorizzare, pratiche da seguire, trucchi da applicare ma si rivolge direttamente al nostro intimo, al nostro “io”, si può rimanere dubbiosi e timorosi. Dubbiosi che si tratti di un’operazione che alla fine non porti ad alcun risultato, che si riveli astratta, inutile, e timorosi perché qualcuno ci chiede di intervenire su ambiti molto sensibili che toccano, spesso nel profondo, il nostro carattere e la nostra psiche.
Queste sono giuste preoccupazioni. Infatti, ai miei lettori, che a questo punto chiamerei quasi compagni di viaggio, chiedo di tirare fuori tutto il loro coraggio. Di concedermi la più ampia fiducia come la concederebbero a una guida. Di seguirmi dove cercherò di condurli, tenendo conto delle mie indicazioni, ma lasciando a loro, sempre e comunque, l’opportunità di decidere e compiere in piena autonomia le proprie scelte. Si tratta, infatti, di affrontare un’esplorazione avventurosa e talora piena di incognite. Si tratta di scoprire realmente chi siamo, quali sono i nostri punti di forza e quali i nostri limiti. Si tratta di allenarci a osservarci dal di dentro. Cosa che, sempre meno la gente è disposta a fare. E, lasciatemelo dire, non è difficile rendersi conto che questa pessima abitudine sta rendendo il nostro mondo sempre più brutto.
È giusto che ve lo dica: qualche volta, nel nostro viaggio, le scoperte che faremo potrebbero deluderci. Altre, al contrario, potrebbero rivelarsi molto piacevoli. In ogni caso, ogni passo compiuto all’interno del nostro “io” ci avvicinerà a uno stato di consapevolezza superiore. E questa è una conquista incredibile che conduce a un traguardo che è il più importante per l’uomo, quello verso la propria libertà interiore. Il mio vuole essere un auspicio per ognuno di voi. Con tutto il cuore.
a cura di Ugo Perugini
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