Come definire il ruolo dei metaprogrammi nel processo di calibrazione
L’appassionato di Programmazione neuro-linguistica incontra nelle prime fasi del suo studio tutta una serie di nozioni di base quali la calibrazione, l’uso dei sistemi rappresentazionali, il ricalco e la guida.
L’uso pratico di tali conoscenze permette di sviluppare tutte quelle capacità che, come sappiamo, iniziano a migliorare drasticamente i risultati di ogni scambio comunicativo.
Efficacia e semplicità hanno permesso a questi strumenti di divenire popolari, riservandone altri, tanto più complessi quanto più efficaci, solo a chi ha scelto di approfondire veramente la materia.
C’è chi si accontenta dei primi miglioramenti, ma c’è anche chi decide velocemente di passare ad un livello superiore di conoscenza per ottenere risultati ancora più incredibili, incontrando così tutta un’altra serie di strumenti come il milton model, i livelli di pensiero, la time-line, i metaprogrammi.
Proprio questi ultimi hanno conquistato il mio cuore e la mia mente e vorrei quindi introdurvi al vasto mondo che si cela dietro questa parola.
Letteralmente, meta-programma significa “oltre il programma”, significa cioè che la nostra mente possiede due livelli di pensiero: uno percepito a livello conscio e uno che opera a livello “meta”, esercitando funzioni superiori sul piano inconscio.
Un’altra definizione comunemente usata in letteratura è “filtri dell’attenzione” e fa luce sul fatto che la nostra mente esercita una selezione inconscia e abituale tra le informazioni che verranno trasformate in pensieri e quelle che invece verranno semplicemente scartate.
Questo evita il sovraccarico delle nostre abilità cognitive, ma va da sé che se un’informazione utile non viene processata, il ragionamento sarà incompleto, e va da sé anche che se offriamo un’argomentazione che verrà considerata solo in parte, la nostra opera comunicativa sarà sempre viziata.
Partendo dal presupposto che ogni persona possieda una propria configurazione di metaprogrammi che la contraddistingue e la influenza, che valore puo’ avere l’essere in grado di determinare esattamente quali informazioni la sua mente sarà in grado di processare con successo?
Essere capaci di controllare il linguaggio in modo consapevole per calibrare e guidare l’interlocutore anche sui suoi livelli di pensiero inconsci ha solitamente un effetto potente perché quasi nessuno si rende conto del motivo per cui certe argomentazioni risultino tanto più convincenti di altre quando ciò esula dalle proprie facoltà coscienti.
Mi propongo quindi di esporre al lettore che si interessi di vendite, marketing, gestione delle risorse umane o che semplicemente desideri imparare ad essere più influente nella vita di tutti i giorni un metodo per scoprire e usare contemporaneamente tutti i fondamentali metaprogrammi a selezione funzionale: una serie di strumenti linguistici di precisione, che garantiranno risultati straordinari a tutti quelli che decideranno di passare al livello superiore.
A cura di Michel Sainville