Come gestire le persone in contesti complessi
La realtà socio-economica in cui viviamo è talmente complessa che molte aziende si stanno domandando quale tipo di leadership è la più adatta per gestire il personale, visto che stili adottati in passato sembrano non rispondere più. Studi condotti negli Stati Uniti dall’Università di Harward, dall’Istituto Gallup e dalla Deloitte sembrerebbero dimostrare che, a fronte di ingenti investimenti studiati per sviluppare la leadership di imprenditori e manager, i risultati in termine di raggiungimento degli obbiettivi aziendali sono deludenti.
È giusto, quindi, domandarsi se, per caso, si sia sbagliato a sviluppare il vecchio modello di comportamento in cui il leader è al centro del funzionamento organizzativo, guidando e motivando i dipendenti a seguirlo nel perseguimento della sua visione personale; secondo alcuni studiosi Italiani tra cui Alessandro Cravera, uno dei massimi esperti sullo sviluppo delle capacità competitive delle imprese, si dovrebbe oggi mirare a sviluppare una così detta leadership generativa.
La leadership generativa, in estrema sintesi, prevede che imprenditori e manger mettano in atto cambiamenti, laddove necessario, su sette stili di comportamento:
- lasciare autonomia alle persone affinché queste si sentano capaci di gestire il proprio lavoro;
- curare le relazioni all’interno dell’organizzazione sviluppando interconnessioni utili al funzionamento del team;
- alimentare una continua comunicazione per aumentare lo scambio d’informazioni e conoscenze;
- cercare di avere sempre ben chiari gli effetti delle proprie decisioni sul sistema azienda;
- identificare quali elementi aziendali (strategia, mission, riti, comportamenti di gruppo) sono maggiormente attrattivi e rinforzarli o ostacolarli a seconda dell’influenza positiva o negativa esercitata sul personale.
- abituarsi a trovare soluzioni non sempre lineari; in un sistema complesso l’effetto B non è solo dovuto ad una causa A, ma è frequentemente la risultante di una serie di concause.
- prendere atto che le azioni operative non sono separabili da quelle orientate alla persona. Ogni decisione operativa ha sempre un impatto sulla persona così come ogni azione sulla persona ha una valenza operativa.
Mi rendo conto che, come ogni nuova teoria manageriale, ci vorrà del tempo per essere approfondita e valutata dal punto di vista risultati; trovo alcune affinità con la teoria di Blanchard e Hersey sulla Leadership situazionale, teoria di molto più facile comprensione ed attuazione.
a cura di Pier Paolo Sposato
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