Come individuare movimenti esplosivi dei prezzi in Borsa
La Borsa può vivere i suoi alti e bassi come condizione fisiologica di un ciclo economico ma, nella sua instabilità e isterica ricerca di un punto di equilibrio, resta pur sempre un luogo dove è possibile rastrellare un bel po’ di quattrini individuando quei titoli potenzialmente in grado di effettuare movimenti direzionali esplosivi.
Difficile che ciò avvenga sui titoli a larga capitalizzazione (large caps), in quanto caratterizzati da elevato flottante e bassa volatilità. Allora, dove è possibile trovare le grandi opportunità senza far troppo caso ai movimenti degli indici generali di mercato? La risposta risiede nei titoli a bassa capitalizzazione (small caps), che presentano un basso volume di scambio medio ed elevata volatilità.
Premetto subito che questi titoli vanno trattati con la massima attenzione, in quanto sono pur sempre titoli junk (“spazzatura”) con una quotazione inferiore a un euro e in molti casi inseriti nella black list della Consob (bassa trasparenza nella corporate governance, eccessivi debiti, bilanci in profondo rosso, etc.). L’ideale è lavorare questi titoli in un’ottica di brevissimo periodo con lotti di negoziazione davvero irrisori, addirittura investendo una cifra compresa tra 500 euro e 1000 euro.
Sebbene possa sembrare un capitale eccessivamente basso per ottenere un profitto degno di nota, bisogna tener conto che i titoli a bassa capitalizzazione sono in grado di compiere movimenti in doppia cifra, anche del 50%, del 100% (o anche più) nel giro di pochi giorni o settimane. A questo punto è necessario sapere come individuare questi titoli.
Nell’ebook Trading a Capitali Ridotti spiego due strategie che, se combinate per questa tipologia di titoli, possono produrre risultati al dir poco sorprendenti nel giro di poco tempo. Si tratta delle compressioni della volatilità e del 3 Wakeup Call. L’idea di fondo è ricercare un insolito aumento dei volumi all’interno di un trading range predefinito che si manifesta a seguito della comparsa di una candela molto grande che apre in prossimità dei minimi e chiude vicino ai massimi. A quel punto si può inserire un ordine d’acquisto al breakout del massimo della congestione oppure del massimo del 3 Wakeup Call (prerogativa dei trader più aggressivi).
Contestualmente non bisogna assolutamente dimenticare di inserire lo stop loss protettivo sotto il minimo del 3 Wakeup Call. L’eventuale mancato inserimento di quest’ordine di liquidazione (nel caso in cui le cose non dovessero andare per il verso giusto) potrebbe provocare perdite non previste inizialmente!
Volendo fare un esempio, andiamo ad analizzare il grafico di Olidata (small cap quotata alla Borsa di Milano, simbolo di negoziazione: OLI). I prezzi sono rimasti ingabbiati all’interno di un box (trading range) per due mesi. All’inizio di agosto 2010 si forma un 3 Wakeup Call con volumi eccezionali (ben undici volte la media dei volumi giornalieri). I prezzi si avvicinano così al breakout della soglia psicologica di 0,40€. A seguito della rottura rialzista di questo livello, i prezzi effettuano un movimento del 150% circa nel giro di un mese.
Sebbene negli anni d’oro della Borsa, tra il 2005 e il 2006, questa strategia contava per più del 60% della mia operatività, oggi consiglio (soprattutto ai meno esperti) di utilizzare queste tecniche per una percentuale molto più bassa (compresa tra il 5% e il 10%) della propria operatività in Borsa, in quanto la crisi finanziaria ha reso molte small caps ancor più speculative accentuando le difficoltà legate all’eccesso di debito accumulato negli anni precedenti. In linea generale, questa strategia permette di ottenere profitti eccezionali a fronte di un rischio tutto sommato contenuto.
A cura di Nicola D’Antuono
Autore di Trading nel Forex e Trading a Capitali Ridotti