Come inquadrare un’amicizia fra uomo e donna
Il tema è dei più intriganti, la domanda delle più ricorrenti, ma la risposta non è mai univoca.
Ci può essere amicizia fra un uomo e una donna?
Partendo dall’assunto che l’amicizia non è un generico rapporto di conoscenza che porta a condividere semplici momenti comuni (lavoro, hobby, passatempi…), bensì un rapporto che spinge a vivere momenti esclusivi, che hanno come unico scopo il piacere di incontrarsi, la risposta è: sì, ci può essere, ma non è mai davvero equilibrata, perché il sesso e l’erotismo sono sempre dietro l’angolo, anche se i protagonisti a volte non ne sono assolutamente consapevoli.
La «sindrome da Harry-ti presento-Sally» spinge infatti tantissimi uomini a desiderare un rapporto diverso, più profondo, con la propria «amica platonica». Basta ricordare la battuta in cui Harry dice a Sally: «Nessun uomo può essere amico di una donna che trova attraente. Vuole sempre portarsela a letto». E lei, scandalizzata: «Allora stai dicendo che un uomo riesce ad essere amico solo di una donna che non è attraente?». Risposta: «No, di norma vuole farsi anche quella».
Giunti a questo punto, verrebbe da pensare che l’amicizia fra sessi diversi non può esistere. In realtà non è proprio così. Bisogna però tenere presente che in molti casi – a posteriori – ci si rende conto di non essere stati ricambiati con la stessa sincerità di intenti; o viceversa di avere segretamente sperato che il proprio amico/a un giorno provasse qualcosa di più. Ecco perché è sempre così importante essere il più chiari e corretti possibili verso l’altra persona, allo scopo di evitare dolorosi fraintendimenti.
A complicare le cose contribuisce inoltre l’etimologia. La parola «amore» ha la stessa radice di «amicizia» (am-). Se provo amicizia verso qualcuno, provo una forma di amore. Si comprende bene quanto sia rara e difficile tra un uomo e una donna, dove l’elemento fisico è quasi inevitabile, nella diversità fisio-biologica della coppia. Anche perché un’amicizia nasce di certo dalla simpatia, ma anche da una prima impressione visiva che suscita in noi una reazione biochimica che somiglia all’attrazione fisica, poi da una sintonia di pensiero.
Se l’amico/a ti piange sulla spalla e nasce una abbraccio per consolare, o una carezza sul viso, o un bacio fraterno, materno, paterno…allora il contatto fisico c’è. Nasce di conseguenza la necessità di incanalare il rapporto nella direzione che esclude la fisicità di tipo sessuale, necessità che deve essere il frutto di una scelta consapevole operata da entrambe le parti.
C’è poi un altro elemento fondamentale: la differenza tra l’emotività maschile e quella femminile.
Le donne sono per DNA portate all’introspezione, all’analisi, a quel discutere e mettersi in discussione, forse senza mai arrivare a una soluzione concreta dei problemi.
Gli uomini no: di fronte alla richiesta di un consiglio, hanno la soluzione pratica, immediata o ragionata.
Ciò accade in quanto le donne coltivano un rapporto di amicizia per «stare», mentre gli uomini per «fare».
In definitiva, é dunque meglio non escludere mai a priori l’amicizia tra un uomo e una donna, perché può donare emozioni e arricchimenti umani, rivelandosi così limpida e soddisfacente da smentire nella pratica tutto quanto si è detto finora. Non dimentichiamo poi l’amico-gay: con lui, proprio perché possiede una sensibilità molto più femminile, possono nascere sodalizi emotivi e amicali grandiosi.
A patto certo che, anche qui, non ci sia di mezzo qualcosa di più, da parte nostra, che si chiama amore.
A cura di Marina Roveda
Autrice di “Le Regole dell’Amicizia”