Come partecipare alla gestione della propria salute
Dopo il rapporto con il partner, quello con il proprio medico, è il più importante della nostra vita. Il concetto di salute nel corso degli ultimi cento anni, si è via via modificato, ed insieme ad esso, la figura del medico.
Risolti i grandi problemi delle malattie endemiche tipo la poliomielite, la sifilide, ed altri flagelli, la domanda di salute non è più rivolta alla sopravvivenza, ma alla qualità della vita, considerando che l’età media nel mondo occidentale, si è quasi raddoppiata.
L’attenzione si è, così, spostata, verso il mantenimento del benessere e la prevenzione delle malattie, sia con indagini e presidi medici, sia con lo stile di vita.
Il medico, dunque non deve gestire, solo l’aspetto puramente patologico, ma anche, e specialmente, quello comportamentale, si trasforma da sceriffo che combatte pericolosi germi Killer, a preparatissimo e personale “coach” della salute.
Perché questo possa avvenire è indispensabile, che il rapporto comunicativo, tra terapeuta e paziente sia “simmetrico” e la finalità sia quella rivolta ad ottenere una partecipazione attiva del paziente. La simmetria comunicativa, è quella modalità, che colloca sullo stesso piano emotivo e funzionale emittente e ricevente, così da ottenere un orientamento di senso, che soddisfi le esigenze di entrambi.
Il paziente deve rivolgersi al medico senza pregiudizi e con fiducia, ed il medico deve spogliarsi dell’alone di sacralità, interagendo con lui, in maniera da consentirne la partecipazione attiva nella gestione della sua salute. Un paziente che collabora migliora la riuscita della terapia, riduce il rischio di complicanze, riduce il tempo per raggiungere la guarigione. Questo è il concetto di “medicina partecipata” ed è il modello di medicina a cui noi aspiriamo.
L’eccesso di informazione, genera disturbo e disinteresse, la rete può fornire conoscenza, ma anche procurare confusione, ecco perché il paziente deve rivolgersi al proprio medico, con fiducia, ed il medico a sua volta, deve rimuovere le errate convinzioni, le errate informazioni che, il suo assistito può aver recepito, aiutandolo a capire ed a guidarlo a scegliere in maniera consapevole.
Questo obiettivo è frutto non solo di capacità culturale, nel percepire le trasformazioni a cui la società va costantemente incontro, ma anche di impegno per potersi adattare alle modificazioni continue. L’empatia, non basta più. La comunicazione è una scienza che sfrutta delle tecniche, che si possono acquisire con costanza e volontà. Un rapporto medico paziente, che si basi solo sul’empatia, e che lasci intatta la asimmetria a favore del medico, non può essere il volano di una medicina migliore.
A cura di Amilcare Spinaapolice