Come regolare il “termometro” dell’autostima
L’autostima, si basa sulla sensazione di apprezzamento o di rifiuto, legato al giudizio che diamo di noi stessi. È in relazione poi, alla percezione di qualità concrete come la capacità di relazionarci con gli altri, l’aspetto fisico, i lati del nostro carattere, i successi ottenuti, lo status sociale. È evidente poi, che su ogni aspetto dell’autovalutazione, agiscono fattori di diversa natura: dalle configurazioni genetiche, ai legami affettivi, dall’ambiente in cui viviamo alle opinioni che gli altri hanno di noi, fino ad arrivare ai valori socio-culturali. Per regolare e rendere fluido ed elastico il nostro termometro dell’autostima, dovremo perciò esaminare da dove essa nasce, il suo sviluppo sin dai nostri primi anni di vita, la sua influenza sul nostro carattere e i metodi per nutrirla e difenderla.
Chiaramente, l’argomento è vasto e richiede cura ed attenzione ma, se è vero che si comincia dal piccolo per arrivare al grande, qui impareremo a coltivare qualcosa di veramente molto importante: il nostro io.
Cari lettori, supponiate che io rivolga, a ciascuno di voi, una semplice domanda : « Parlami di te.» Restare indecisi di fronte a questa richiesta è perfettamente normale. Praticamente nessuno risponde in modo spontaneo. Qualcuno rimarrà interdetto, altri potranno chiedere : «Che significa?», oppure « A cosa ti riferisci?» Gran parte delle persone non sono preparate a descriversi in modo spontaneo, né a richiamare in modo schematico, la propria storia personale.
È molto frequente che, a questa domanda, la persona resti sorpresa, esiti e non sappia da dove cominciare. Che cosa raccontereste per prima cosa? Di quello che vi piace o non vi piace? Della vostra professione? Descrivereste il vostro aspetto fisico, le caratteristiche della vostra personalità o un problema che vi affligge?È probabile che parlereste della vostra famiglia, della casa oppure di ciò in cui credete. Cercando di definire la propria identità, molte persone rivelano la tendenza a includere, come parte integrante del proprio “io”, fattori esterni ad esso, come la reputazione, la famiglia o la proprietà.
Ed è proprio qui che entra in gioco il nostro termometro. Proprio come la colonnina di mercurio si alza e si abbassa, dobbiamo imparare a diminuire l’influenza dei concetti esterni, quelli che agiscono sul nostro amor proprio, a favore di una maggiore consapevolezza.
Frasi condizionanti come : « Dire di no è da maleducati!», « Bisogna essere sempre buoni e disponibili.», « La testardaggine è negativa!» devono essere circoscritte e limitate. In base alle convinzioni e alle valutazioni che formuliamo , e al modo in cui accettiamo quelle che secondo noi ci rappresentano, ci sentiremo più o meno bene con noi stessi. Alla luce di questa affermazione, non possiamo non sottolineare l’importanza di applicare un filtro alla base del nostro ipotetico termometro. Questo filtro è costituito dal coltivare i nostri talenti, di qualunque natura siano, dal più evidente, al più piccolo e apparentemente senza utilità alcuna.
Ci sono persone che trasformano le proprie imperfezioni in talenti che crescono nelle avversità. Più che prigionieri di un destino, ne sono i protagonisti. Si tratta di uomini e donne che tramutano i propri svantaggi in una specie di centro vitale, attorno al quale riorganizzano i propri valori e le proprie aspettative, ottenendo così una vita gratificante e creativa. Questo è ciò che dobbiamo fare tutti noi per tenere il nostro termometro dell’autostima, ad una temperatura ottimale!
A cura di Vitiana Paola Montana