Come sfruttare la correlazione inversa tra Borsa e Yen
Il mercato valutario è lo specchio dell’economia reale e dei mercati finanziari in generale. Esistono alcune divise particolarmente sensibili ai movimenti degli indici di Borsa grazie alla loro funzione di “valuta rifugio” (safe haven), che acquisiscono questo status soprattutto in contesti di mercato piuttosto volatili e quando si alterna di continuo l’avversione al rischio (risk aversion) all’appetito per il rischio. Una delle valute più sensibili all’andamento delle Borse è sicuramente lo Yen giapponese.
La valuta del Paese del Sol Levante è una divisa particolarmente interessante da vendere allo scoperto nei periodi più floridi dell’economia o quando regna la voglia matta di asset più rischiosi (azioni, commodities, derivati, real estate), in virtù di tassi di interesse storicamente pari a zero che facilitano la messa in atto di carry trade e di operazioni in leva finanziate in Yen grazie proprio ai tassi nipponici inesistenti.
Tuttavia, quando il contesto macroeconomico inizia a vacillare o soffiano venti di recessione il panico da vendite sugli asset più rischiosi crea fenomeni molto pericolosi tra cui il deleveraging (letteralmente “riduzione della leva”) e lo smontamento improvviso delle posizioni di carry trade. Situazioni del genere si traducono in clamorosi apprezzamenti della valuta giapponese, i cui movimenti direzionali possono fare la fortuna di coloro che sono in grado di cogliere questi meccanismi.
La correlazione inversa tra andamento delle Borse e Yen è riscontrabile non solo nel medio-lungo periodo (basta osservare alcuni grafici mensili di cross rate come Aud/Jpy o Gbp/Jpy per rendersi conto delle performance delle valute a maggior rendimento), ma anche su orizzonti temporali molto brevi.
Faccio subito un esempio pratico di un trade short aperto sull’Euro/Yen nella seduta di martedì 27 aprile 2010 proprio cercando di sfruttare questo particolare meccanismo. Si parte con la visualizzazione dei primi scambi degli indici azionari europei più importanti (Dax30, Cac40 e FTSE Mib40) per rendersi subito conto dell’intonazione del mercato in mattinata. Osservando l’indice italiano FTSE Mib si può notare la presenza di due candele ad ampio range ribassiste che vanno a perforare il minimo del giorno prima (prima ellisse gialla sul grafico).
L’Euro/Yen, grafico a 5 minuti, aveva tagliato a fette una flag ma stava rintracciando verso le resistenze dinamiche della EMA20 (media mobile esponenziale a 20 periodi). A questo punto prendo posizione short a 125,50 con stop loss iniziale sopra 125,63, cioè il massimo swing negativo appena effettuato.
In questo modo si può anticipare anche l’ingresso short che altrimenti avverrebbe sulla rottura ribassista dell’ND Point (identificato sull’hourly chart) di 125,05. Il proseguimento ribassista delle Borse facilita l’apprezzamento dello Yen e a questo punto c’è soltanto da capire come gestire al meglio il trade per spuntare il maggior profitto possibile. L’ideale è liquidare la posizione su una nuova importante area di supporto presente su un grafico orario o a 240 minuti, nella fattispecie 124,20.
A cura di Nicola D’Antuono
Autore di Trading nel Forex e Trading a Capitali Ridotti