Come sviluppare mindfulness nel counseling e nel coaching
Per chi si occupa di Coaching e di Counseling, la via della Parola è una strada formativa, conoscitiva ed evolutiva. La Via della Parola intesa come cammino di crescita, di confronto dialogico e dialettico, di apertura di senso nelle profondità simboliche dell’inconscio, si offre nell’interazione come istanza di rinnovamento delle coscienze e di ricerca psicosintetica individuale ed universale. Il rinnovamento parte dalla presa di coscienza del centro, un centro che irradia gioia, pace e accoglienza. Dalla centratura si irradiano e si rivitalizzano le costellazioni delle funzionalità psichiche.
La Psicosintesi offre al Counseling una via educativa come servizio verso l’altro inteso come valore fondante e fondato per istillare scintille di rinnovamento ed elevazione delle coscienze. Una prassi che educa alla via della Parola e dell’Ascolto e che a sua volta scrive le pagine del proprio destino e dà voce ai sè che la animano e che si prendono “cura”, nel senso dell’analitica esistenziale heideggeriana. La via della parola risveglia e sviluppa il sè, aprendo la strada alla via dell’Ascolto attivo come intima partecipazione alla parola dell’altro risvegliando la via maestra del Silenzio.
Il Silenzio è contemplazione, è meditazione, è esposizione al puro centro di consapevolezza, è elevazione al Transpersonale. La pratica del Silenzio è risveglio e rinnovamento profondo dell’Essere. La via del Silenzio nella pratica ci riporta a noi stessi, al nostro progetto dell’Anima iniziale e iniziatico al rinnovamento. Oltre la via della parola che educa e la via del silenzio che purifica, dal centro la voce si fa Parola senza Parola ma esprimendosi come “Metta”, compassione amorevole.
Metta è la gentilezza accogliente, Amore quale qualità transpersonale, via di apertura all’altro anche nel Silenzio. La meditazione nel Counseling Psicosintetico si eleva a meditazione relazionale, l’elevazione si palesa nell’apertura e nel riconoscimento interindividuale, oltre il solipsismo che anela alla condivisione con il tutto. Il contatto con chi pratica la consapevolezza va oltre la Parola e risveglia drammaticamente chi è rinchiuso nella solitudine e nel non senso. La gentilezza è Parola e Silenzio e si fa sentire a livello transpersonale nella guarigione del Cuore.
Da questa consapevolezza riconosciamo il profondo significato del saluto indiano Namastè, dal sanscrito Namaskar :”Mi inchino al divino che è in te”. Il saluto che richiama l’unità nella diversità, è accompagnato dal gesto simbolo di unire la mano sinistra, che rappresenta il principio femminile, con la mano destra, principio maschile. Le due alterità sono così unificate simbolicamente in una esperienza di unità in un gesto di gentilezza.
Con la via della Parola e la via del Silenzio ritroviamo noi stessi e noi stessi insieme agli altri in questa sintesi. La via del Silenzio educa all’ascolto nel Couseling e apre al cammino nel setting alla parola che “cura”. La parola si fa interprete delle profondità del Silenzio, dove riconosciamo l’altro come noi stessi. Solo da questa comprensione possiamo essere Counselor e Coach consapevoli, possiamo comprendere la qualità del “Servizi” è trasformarlo in valore, in atto di volontà che abbraccia e accoglie gentilmente l’altro nel reciproco rinnovamento e ricomprensione.
A cura di Tiziana Lana