Come valutare la bontà di un’azienda dall’analisi di bilancio
Osservando le principali caratteristiche del bilancio di un’impresa italiana di moda vorrei guidarvi nel come fare valutazioni di bilancio anche se non si ha una laurea in economia e commercio.
Valutare la performance dell’impresa e fare ipotesi fondate sulla sua probabile evoluzione futura nel proprio business rappresenta la vera mission del mio lavoro. Alcune semplici premesse ci aiutano nel compito, si tratta di un’azienda fondata agli inizi del novecento, con 7 stabilimenti industriali per le calzature, 2 capannoni per la pelletteria e oltre 100 boutique sparse in tutto il mondo.
Come fare a capire qual’è la prima voce contabile da cui partire nelle nostre valutazioni? Naturalmente la prima misura del successo del business è il volume delle vendite, il fatturato, pertanto osservando i dati ufficiali della nostra azienda ci rendiamo subito conto che anche in tempi bui come questi, le sue vendite nel 2010 hanno raggiunto i 592 milioni di euro (+10%).
Come fare a comprendere quale potrebbe essere il passo successivo? Un’altra voce contabile di sicuro interesse è l’utile netto, cioè il dato di sintesi più immediato, quanto ha guadagnato, ebbene questo valore ammonta quasi a 83 milioni di euro (+15%).
Le analisi di bilancio devono essere fatte per gradi successivi, partendo dai fenomeni più importanti, per scendere nei particolari di approfondimento solo in un momento successivo, solo cioè quando si è compreso il fenomeno macroscopico. Questi due dati (vendite e utile netto) verranno messi a confronto con altre voci contabili fondamentali per analizzare l’impresa.
Abbiamo già un quadro abbastanza positivo del nostro campione, le vendite sono in deciso aumento e l’utile netto è in crescita, ma quello che ci interessa veramente sapere, in una logica di studio e approfondimento dei bilanci aziendali, è se riuscirà a replicare risultati simili per il futuro.
Come fare dunque a prevedere se il nostro campione italiano farà così bene anche per il futuro?
Vorrei guidarvi nello stabilire se si tratta di un cavallo di razza su cui possiamo puntare ragionevolmente, oppure si tratta di un “brocco” che ha avuto nel 2010 un colpo di fortuna.
Voglio condividere con voi una curiosità: ai miei allievi, a fine corso, sottopongo sempre i bilanci di una nota azienda produttrice di latte e derivati, senza indicare il suo vero nome, oggetto delle cronache in questi giorni per una scalata straniera e vi assicuro che tutti sono sempre in grado di prevedere un tracollo, pertanto tutti coloro che in effetti hanno investito all’epoca avrebbero potuto, sulla base di semplici valutazioni, evitare la perdita di gran parte dei propri risparmi.
Sono certo che avete capito di quale azienda si tratta. Torniamo al nostro campione nazionale e adesso ci concentriamo su come fare per capire se sia provvisto di una carrozzeria robusta, dobbiamo quindi passare ad esaminare lo stato patrimoniale.
Osserviamo che il 73% circa del capitale investito è capitale proprio, non viene quindi fornito da banche, fornitori di merci, dipendenti ecc. e copre ampiamente tutto l’attivo immobilizzato. Quindi le spalle sono ampie, la carrozzeria appare solida.
Ma resta ancora la regina delle nostre domande: cosa farà per il futuro? Riuscirà a guadagnare bene? Dobbiamo quindi soffermarci sulla capacità di produrre redditi, ma qual è secondo voi l’indicatore da tenere sotto controllo?
Dobbiamo guardare il margine operativo lordo (EBITDA), anche questo è in crescita rispetto all’anno precedente ed è circa il 23% delle vendite. Mentre il ROI (redditività del capitale investito) è del 16%, in aumento rispetto al 13,6% dell’anno precedente. Confrontando questi due valori con i dati medi del settore, ritrovabili facilmente sulle banche dati gratuite in rete, acquisiamo anche questa consapevolezza.
Ma qual è la dimensione che conferma tutte le valutazioni precedenti, qual è il vero segreto che vorrei svelarvi per poter mettere il sigillo sulle conclusioni? Si tratta certamente dell’esame dell’aspetto finanziario, la valutazione della liquidità.
Orbene la società produce cash-flow dalla gestione operativa per 141 milioni di euro (121 milioni nel 2009), questo è il vero motore finanziario, questa abbondanza di liquidità ha permesso infatti all’impresa di distribuire utili per 153 milioni di euro nel 2010, per la gioia di tutti gli azionisti.
L’aspetto finanziario ha una valenza strategica, non è soggetta a politiche contabili di natura fiscale che possano alterare artificiosamente il risultato, il dato finanziario fornisce un elemento di grande oggettività.
Adesso siamo in grado di stabilire, con sufficiente attendibilità, che il nostro campione è un vero cavallo di razza.
A cura di Stefano Martemucci
Autore di Analisi di Bilancio Semplice