Crisi: meglio o peggio del 1929?
Preoccupati dell’andamento e della volatilità delle Borse? I dati economici vi preoccupano e mentre leggete i dati sul crollo della produzione e sui nuovi licenziamenti temete che prossimamente questa cosa potrebbe riguardare anche voi? Il rimbalzo dei mercati azionari non capite se è una trappola dell’orso o se è invece il segnale di un’inversione di tendenza?
Nonostante il G20 e il forte rimbalzo dei listini lo spettro della Grande Depressione e della caduta dell’impero americano ancora aleggiano.
Affidarsi alle opinioni di esperti, economisti e analisti o alla grancassa dei giornali non è un buon metodo per capire a che punto siamo del “guado” visto che a seguirli ci si sarebbe trovati in questi anni a entrare in prossimità dei massimi e a essere rassicurati a ogni rimbalzo dei mercati che “il peggio era passato”.
Come era accaduto poche settimane prima del crac di Lehman Brother’s e del crollo verticale dei mercati nonostante le dichiarazioni più che rassicuranti delle principali autorità economiche, diffuse con grande enfasi dai giornali.
E a ben vedere anche il recente forte rimbalzo non aiuta a dire che tutto il peggio è alle spalle visto che dopo il crollo dell’autunno del 1929 anche nella primavera del 30 si assistette a una risalita vigorosa del 50% dei listini azionari.
Con Herbert Hoover, presidente degli Stati Uniti che dichiarava il 1° maggio 1930: “Nonostante il crollo sia avvenuto sei mesi fa sono convinto che il peggio è passato e che con uno sforzo costante possiamo rapidamente cambiare rotta, Non c’è stato nessun significativo fallimento a livello bancario e industriale. Questo pericolo è dietro le nostre spalle”.
Salvo poi assistere successivamente alla fase peggiore e più acuta della crisi con una discesa successiva dell’85% della Borsa americana, fallimenti a catena di banche e imprese, crollo del 40% della produzione e quasi un terzo dei lavoratori non agricoli disoccupati.
Sulla crisi del 1929 che innestò poi la Grande Depressione sono stati scritti molti libri. Ripercorrere quello che è accaduto non è l’obiettivo primario di questa inchiesta di MoneyReport visto che ora siamo nel 2009 e ci interessa capire la situazione attuale.
Ma vale sempre ricordare e tenere a mente il saggio consiglio di Burton Malkiel, economista e studioso dei mercati azionari: “le autopsie possono risultare utili non solo per i medici, ma anche per chi si dedica agli investimenti”.
Sul numero 2 di MoneyReport trovi i segnali che possono aiutare a decifrare meglio e in maniera più inequivocabile l’uscita dal tunnel.
Clicca qui per scaricare gratis la sintesi di MoneyReport n.2, distribuita in esclusiva da Bruno Editore
Se ti sei perso MoneyReport n.1 puoi scaricarlo gratis da qui.
A cura di Salvatore Gaziano,
Autore di Money Report