Intermarket analysis: metodologie e applicazioni
Salve cari lettori, oggi vi scrivo il primo articolo dell’anno, e proprio in tale occasione vorrei parlarvi di un argomento totalmente nuovo; si tratta di un’ulteriore analisi, che ha un nome diverso ma che io classifico come strumento macroeconomico: si tratta dell’intermarket analysis.
L’analisi intermarket consiste in uno studio complessivo di tutta la Borsa e del mercato economico in generale. E’ come un’analisi benchmarking, solo che invece di mettere a confronto singoli titoli o indici si mettono a confronto interi mercati. Ad esempio, verificando il semplice andamento del mercato delle valute si può facilmente intuire l’andamento delle commodities, in quanto sono strettamente dipendenti l’uno dall’altro.
Iniziate a capire ora di cosa si tratta? In parole povere il mercato visto in un contesto generale è l’insieme di più mercati inter-operativi, e in quanto tale questi mercati si influenzano a vicenda a seconda del loro andamento. Infatti un mercato in salute conserva sempre un certo equilibrio tra i suoi organi, mentre un mercato in crisi si riconosce dal totale disequilibrio delle parti.
Gli elementi da tenere sempre d’occhio sono:
- L’andamento dei tassi di interesse;
- Il dollaro USA;
- Il mercato delle commodities;
- Il mercato obbligazionario;
- Il mercato azionario.
Ognuno di questi mercati è strettamente connesso l’uno con l’altro, e l’andamento di uno può influenzare anche drasticamente quello di un altro. L’intermarket analysis fornisce importantissime previsioni, e può permettere all’operatore di intuire preventivamente delle controtendenze importanti. Oltre a ciò l’intermarket analysis può dare degli ottimi segnali di timing sia ad operatori in opzioni, sia ad operatori in azioni.
Si tratta di un’eccellente analisi per capire la logica del mercato e con quale cognizione di causa esso globalmente si muove, perché se pur un individuo è un operatore a breve termine, deve comunque capire cosa sta sotto l’euforia del mercato, altrimenti è come giocare alla cieca, e a dir la verità anche come un dilettante.
Ora ci concentreremo più approfonditamente sui rapporti tra questi mercati e come si influenzano reciprocamente. Io definisco gli amministratori delle banche centrali i sovrani della finanza nazionale, nel caso della Federal Reserve USA i sovrani della finanza mondiale. Ciò perché le banche centrali hanno il potere di variare il tasso di riferimento, che a sua volta influenza i tassi interbancari e i tassi di interesse al pubblico retail.
La variazione dei tassi di interesse ha inevitabilmente un impatto positivo o negativo per il mercato delle valute, e precisamente un aumento dei tassi di interesse secondo la teoria tradizionale (lasciando perdere le teorie dei monetaristi) provoca una diminuzione del potere d’acquisto del dollaro, mentre al contrario una diminuzione dei tassi provoca un aumento del potere d’acquisto del dollaro. Per verificarlo basta prendere in considerazione l’andamento del tasso di riferimento e l’Us Dollar Index oppure il cambio USD/EUR.
A sua volta il dollaro influenza il mercato della Borsa merci. Infatti prendendo in considerazione ad esempio l’indice della Goldman Sachs, ossia il Goldman Sachs Commodity Index, che raggruppa un totale di 22 merci, quest’ultimo si muoverà nella direzione opposta a quella dell’Us Dollar index. Così ad un aumento del potere d’acquisto del dollaro corrisponde un indebolimento del mercato delle commodities, mentre ad una diminuzione del potere d’acquisto del dollaro corrisponde un rafforzamento del mercato delle commodities.
A sua volta il mercato delle commodities influenza in maniera considerevole il mercato finanziario, infatti esiste una stretta relazione tra Borsa merci e Borsa valori. Le commodities hanno un’influenza particolare sul mercato obbligazionario, infatti un aumento delle commodities comporta un indebolimento del mercato obbligazionario. Per verificarlo basta confrontare (benchmarking) sempre l’indice della Goldman Sachs riferito alle commodities con i buoni ordinari del tesoro, i Treasurys Bonds a 10 anni sono più che adeguati.
Per quanto concerne il mercato azionario occorre fare un frazionamento intra-market tra settori ciclici e non ciclici o difensivi. Infatti i settori ciclici come i finanziari o gli industriali, si muovono parallelamente al mercato obbligazionario e specularmente a quello delle commodities, basta confrontare il Goldman Sachs Commodity Index ed il Dow Jones Average Industrial. Mentre i settori difensivi, i produttori di beni primari per intenderci (ad esempio gli energetici), ad un aumento delle commodities reagiscono positivamente aumentando anch’essi la loro quotazione.
Questi sono gli aspetti generali dell’intermarket analysis, essa può davvero dare una visione chiarissima del mercato e del suo andamento futuro. Questa tipologia di analisi deve essere utilizzata almeno una volta al mese da qualunque operatore di Borsa, e cioè sia da operatori in opzioni, che in futures, che in azioni ed ETF, e anche e soprattutto da investitori in mutual funds (fondi comuni) ed indici.
A Cura di Giovanni Romano,
Autore di “Il professionista delle opzioni“