Ottimismo arma vincente in tempi di crisi e recessione
In più occasioni e soprattutto in questi ultimi periodi dove nel nostro paese più ancora che nel resto d’ Europa e nel mondo persiste un periodo di crisi e recessione, di crescenti difficoltà economiche nei mercati, nelle aziende e nelle famiglie, vivere con una giusta visione ottimistica si rivelerà la mossa vincente che riuscirà a sconfiggere la recessione che ha messo in ginocchio il nostro paese.
Ritengo infatti che tutto ciò che verrà fatto per uscire da questo momento così difficile da questa crisi paralizzante prima ancora che da strategie, azioni e iniziative, venga dai nostri pensieri, dalla consapevolezza che questo momento di perdurante difficoltà nasca ancora prima dalle dinamiche dei nostri modi di “pensare e vedere” ciò che ci circonda
In tempi di benessere, di crescita economica, industriale e finanziaria solo una piccola minoranza di persone si vivrebbe con una visione pessimistica. I più vivrebbero una condizione emotiva di matrice ottimistica. La maggior parte delle persone viene influenzata dalle informazioni massmediali diffuse dai giornali e dalla televisione. Questi detentori del potere dell’informazione hanno la necessità di alzare gli indici di ascolto delle persone, e le persone in un momento di grande difficoltà come l’attuale vivono con preoccupazione e con reazioni emotive di chiara propensione pessimistica la realtà del momento.
Conseguentemente a ciò si tendono a vedere trasmissioni ad alto tasso di negatività e pessimismo, come i talk show, le trasmissioni politiche, i notiziari e i telegiornali, le trasmissioni di cronaca nera. Personalmente scelgo in modo molto selettivo i programmi televisivi, evitando le trasmissioni pessimistiche e catastrofiste. Mi credete se vi dico che conosco persone che vedono cinque telegiornali al giorno da cinque diversi canali televisivi? Apparentemente diversi ma molto simili, tutti quanti abilmente diffusi in chiave negativa e pessimistica.
Dipendesse da me, costruirei dei telegiornali positivi, dando anche il giusto rilievo agli eventi positivi che accadono nel mondo a molte persone. Ci deprimiamo ascoltando la cronologia dei fatti di cronaca nera, ma non riusciamo ad immaginare che nello stesso momento che il rapinatore che ha ucciso un gioielliere, una madre ha dato alla luce il suo primogenito dopo che i medici avevano decretato la sua permanente infertilità, che Francesco e Giuseppina, fratello e sorella che si erano persi nei nell’infausto periodo della deportazione di masse di persone inermi nei campi di sterminio, si sono ritrovati e riabbracciati dopo cinquant’anni, che in ogni momento in varie parti del mondo alcune persone vengono miracolosamente strappate alla morte.
Le dinamiche emotive delle persone con il loro modo di pensare, spesso contribuiscono a diffondere una percezione pessimistica del difficile momento storico che viviamo. Questo è dovuto all’ingenerarsi nell’individuo uno stile esplicativo pessimistico. Frasi come : “Non ne usciremo più da questa crisi” “ Finiremo come il terzo mondo” “ non ci sono vie d’uscita se non con una guerra” espressioni queste che evidenziano uno stile esplicativo pessimistico, dove tutto quanto di non positivo avviene nel momento attuale, soprattutto nel nostro paese, contribuisce a creare nei pensieri della gente una sorta reazione di rinuncia alla possibilità ed alla capacità di vedere mutare in chiave positiva il superamento dell’attuale imperante crisi.
Qualche giorno fa ho addirittura sentito da una persona di mezza età questa frase : “ Siamo alla fine di tutto, crolleranno i mercati e crollerà il mondo intero. Una catastrofe”
La conseguenza di ciò, come ci insegna il maestro della psicologia positiva, il prof. Martin Seligman, è dovuto all’ingenerarsi dell’impotenza appresa, proprio quella reazione di rinuncia nel pensare che riusciremo ad uscire da un periodo così nero. I pessimisti, infatti infarciscono i loro pensieri negativi e distruttivi di Permanenza, pervasività e personalizzazione
(Le tre P del pessimista)
Vediamo dei semplici esempi per spiegare questi termini :
Pervasività : “la crisi è così devastante che si propagherà in ogni settore della vita delle singole persone, e non lascerà scampo a nessuno”.
Permanenza : “La crisi rimarrà pesante e determinerà il crollo dei mercati, delle aziende, dei consumi e non se ne uscirà più”’
Personalizzazione : “la colpa di tutto ciò è soltanto di tutti noi, ce lo meritiamo”
Diverso è l’approccio di pensiero delle persone ottimistiche, poiché il loro stile esplicativo è caratterizzato da tre diverse “visioni” della situazione corrente (la gravissima crisi)
I loro pensieri sono infatti infarciti di Limitazione, temporaneità e speranza
Limitazione : “La crisi è si davvero molto grave, ma riusciremo ad uscirne”
Temporaneità :” La crisi potrà durare ancora, ma poi vi saranno settori del mercato e dell’economia e dell’industria che si riprenderanno prima ed altri settori nuovi emergeranno e si svilupperanno più rapidamente creando, benessere, occupazione e ricchezza”
Speranza : “In qualche modo da una palude del genere ne usciremo. A tutto vi è una fine, anche alle crisi come l’attuale. “Ce la faremo”
Infine tre piccoli suggerimenti per riorientare la nostra propensione da pessimistica in ottimistica:
- Cambiamo il nostro stile esplicativo, ovvero il modo con il quale tutti noi, abitualmente spieghiamo a noi stessi perché accadono gli eventi
- Evitiamo o quantomeno limitiamo la visione di trasmissioni televisive e di letture di articoli di quotidiani con contenuti di chiara matrice negativa (come per es. i fatti di cronaca nera)
- Abituiamo la nostra mente a raccogliere, a vedere e ricordare maggiormente fatti, notizie, informazioni di carattere positivo ed ottimistico, ed impariamo a circondarci di persone positive ed ottimistiche
Ecco perché ritengo sia necessario insegnare l’ottimismo appreso anche nelle scuole, insegnarlo ai figli, ai genitori, agli educatori. Solo in questo modo potremo sperare in prossime generazioni di persone che utilizzeranno la loro visione in chiave ottimistica per risolvere meglio e prima i gravi problemi e le avversità, anche quelle di carattere sociale, economiche, politiche e industriali ed avremo come conseguenza di ciò una moltitudine di persone più serene ed ottimistiche, e modelli di vita singola e collettiva permeate di un più elevato benessere emotivo e progresso civile.
A cura di Giovanni Raimondi