Quando gli amici cambiano con noi
Avete mai fatto caso che tutti i vostri amici sono diversi tra di loro? Se la risposta è sì, vi siete chiesti il perché?
La risposta è che si tratta di una faccenda piuttosto sottile, su cui a volte riflettiamo poco. Il fatto è che noi, in primis, non siamo mai identici a noi stessi, perché nemmeno la vita lo è: come sosteneva Eraclito, il filosofo del divenire e del “tutto scorre” (panta rei), nessuno può bagnarsi due volte nelle acque dello stesso fiume. Inoltre, ognuno di noi si forma e si modella in base alle esperienze che vive, alle circostanze che in alcuni casi lo portano a chiudere un ciclo per aprirne ineluttabilmente un altro, trovando in se stesso la forza di ricominciare. Gli amici risentono di tutto ciò e, di conseguenza, cambiano.
Ci sono quelli storici, quelli “circostanziati”, quelli che restano tali solo per un tratto di strada. E con ognuno di loro, anche se non ce ne rendiamo conto, siamo diversi, e ci poniamo in modo diverso.
Gli amici del cuore, per esempio, sono quelli che resistono nel tempo, alla lontananza fisica, al cambio di città, alle metamorfosi a cui spesso siamo costretti per sopravvivere. Sono quelli della giovinezza, dei banchi di scuola, della grande avventura di crescere insieme. Fanno parte di noi perché sono noi stessi, sangue, ossa, pensieri ed emozioni. Persino quando le rispettive strade si dividono per scelte personali, lavoro, successi e insuccessi, basta una parola, una battuta, ed è come se il tempo non fosse trascorso mai. E spesso qualcuno di loro diventa un buon amico anche quando entriamo nell’età adulta.
Gli amici circostanziati sono invece quelli del dopo, quando ormai si è diventati grandi e si è più cauti, più sospettosi, meno portati agli slanci improvvisi, amicizia inclusa. In questi casi la scintilla può scattare perché si condivide uno stile di vita, per motivi professionali, per un hobby o perché si pratica insieme uno sport. Può bastare anche un identico stato anagrafico: l’essere single, oppure in coppia con figli. Queste persone ci permettono di esprimere una parte della personalità di cui magari non siamo ancora consapevoli, ma che è già pronta ad emergere. Quindi il loro compito è facilitare la nostra crescita.
Gli amici che vanno e vengono, infine, sono quelli che appaiono e scompaiono, magari perché la loro vita si è caricata di altre novità, passioni, affetti. Con loro abbiamo una buona intesa, che resta però confinata nella sfera della superficialità, nonostante ci sia un fondamento di affetto profondo. Il legame può interrompersi quando vogliamo incanalarli in un contesto meno anarchico, ritmato da incontri precisi, perché nulla spegne il piacere di vedersi e sentirsi come l’obbligo, il dovere, i sensi di colpa. L’amicizia, infatti, va coltivata e alimentata dalla libertà, da quel bellissimo ed emozionante scegliersi reciprocamente ogni volta.
L’intermittenza fisica, insomma, conta poco: conta piuttosto la presenza, comunque e in ogni caso, nel nostro cuore.
Provate a riflettere su quanto vi ho appena detto e, se vi fa piacere, lasciatemi un commento. Alla prossima.
A Cura di Marina Roveda,
Autrice di “Le Regole dell’Amicizia”