Come Scrivere in Italiano
Scrivere in italiano senza altra specificazione può risultare un concetto astratto. Esistono diverse forme: italiano convenzionale, commerciale, regionale e così via. Tuttavia, vi sono agenti unificatori della lingua che la contraddistinguono inequivocabilmente: le strutture fondamentali. Ossia la grammatica e la sintassi.
I due poli della comunicazione – scritto e orale – s’influenzano continuamente. Qualche volta è la lingua scritta che imita i modi del parlato, con la caratteristica mancanza di programmazione, la ridondanza, le esitazioni che troviamo in molta narrativa contemporanea e non solo; riscontriamo tali peculiarità anche nel dialogo dei Promessi Sposi o nel Teatro di Pirandello. Non di meno, anche la lingua scritta influenza il parlato che va modellandosi con parole di maggior prestigio di cui essa è portatrice.
Per un giusto equilibrio, devi tener presente:
- Le variabili del contesto comunicativo
Es. uso di gli e loro. Se devi scrivere un testo ufficiale è necessario usare la forma corretta (Il preside informa che gli alunni sono tenuti a versare la quota mensa; il direttore comunicherà loro l’ammontare della stessa.)
Nel caso del parlato, l’uso di loro, risulterebbe troppo ridondante (Sono uscito con i cani e gli ho comprato dei giochi).
- La rigorosa normativa della tradizione grammaticale spesso soccombe di fronte alla forza dell’uso
Qualche volta l’uso corretto è imposto dall’alto: da insegnanti, modelli ufficiali, grande industria. Ad esempio l’uso corretto di “collutorio” con una t anziché due – errore che è ancora molto diffuso – è stato imposto dall’industria farmaceutica che ha adottato la forma corretta. Si può addirittura leggere un piccolo articolo a riguardo nel sito di Listerine®.
Il latineggiante familiare sta soppiantando il più popolare famigliare e si può ipotizzare che quest’ultimo fra qualche anno sarà avvertito come scorretto. Subirà la stessa sorte di quistione o officiale che hanno convissuto con questione e ufficiale, ma che oggi qualsiasi insegnante segnerebbe come errore.
Quindi, il confine tra giusto e sbagliato è segnato dalle forme a-grammaticali. Cioè, se è una forma scorretta non è italiano. In tutti gli altri casi, ci vengono forniti i giusti elementi per effettuare la scelta comunicativa che resta a discrezione di chi utilizza la lingua.